Customizzazione di una Takahashi EM 10 B


L’interfaccia con l’autoguida Pictor

E’ normale per un astrofilo non proprio alle prime esperienze, ma già piuttosto “navigato” in fatto di strumentazione tecnica, personalizzare il proprio strumento con alcune modifiche o implementazioni che possano offrire maggiori performance al telescopio nell’uso pratico sul campo e di conseguenza anche più soddisfazioni per l’utilizzatore. Nel momento in cui decisi di acquistare una montatura parallattica per le spedizioni “mordi e fuggi”, optai per una Takahashi EM 10 che offriva discrete prestazioni, grande portabilità ed una certa affidabilità garantita dal prestigio del marchio giapponese nella strumentazione astronomica. Tra le caratteristiche di questa montatura notai prima dell’acquisto la possibilità di poterla interfacciare con un sistema di autoguida del tipo Sbig ST4 anche se, in effetti, non notai alcuna presa d’attacco né sul pannello dell’elettronica integrata nel corpo della montatura, né sulla pulsantiera. In effetti, era mio preciso intento poter sfruttare la possibilità offerta da questo tipo di apparecchiatura elettronica per la fotografia a lunga posa dopo circa due decenni di assiduo uso dell’oculare di guida ed il fatto di non trovare una connessione ad hoc su questo strumento, come quelle presentate su altre montature piuttosto costose, non mi scoraggiò per niente all’acquisto sicuro di poter risolvere facilmente il problema con un semplice intervento sull’elettronica.


L'autoguida Pictor 201 XT

Decisi di interfacciare all’elettronica della mia Takahashi un Pictor 201 xt che, sebbene nato per funzionare con le montature della nota casa costruttrice americana, può pure essere collegato ad altre montature equatoriali con l’ausilio di un’apparecchiatura elettronica ausiliaria da interporre tra il Pictor e l’elettronica dello strumento. In pratica si tratta di una piccola scatola con quattro microrelè che agiscono direttamente sulla pulsantiera chiudendo, (o aprendo), i contatti dei pulsanti che comandano le quattro direzioni dei due motori. Questo prezioso accessorio riesce quindi a chiudere i contatti normalmente aperti, (N.A.), aprire i contatti normalmente chiusi, (N.C.) o a deviare un contatto verso un terzo polo cioè da un contatto normalmente chiuso verso un altro contatto che da N.A. diviene N.C. per via di un polo comune ai due contatti. Di solito le pulsantiere presentano i pulsanti nella posizione aperta che chiudono il contatto per l’attivazione della direzione dei moti dei motori; anche la EM 10 presenta questa caratteristica e una volta aperta la pulsantiera non è stato difficile individuare i quattro contatti sulla piccola basetta del circuito stampato che fanno capo ai quattro pulsanti. Collegando il polo comune di questi ultimi ai quattro poli comuni degli altrettanti deviatori della scatola relè e i singoli contatti N.A. della pulsantiera ai quattro contatti N.A. del Pictor si ottiene l’interfaccia di quest’ultimo al telescopio. I semplici schemi illustrati sulle istruzioni dell’autoguida e dei relè rendono quasi immediata la comprensione del tipo di collegamento da realizzare.


Lo spinotto di collegamento

La scatola di interfaccia è fornita con un cavo a 15 pin per sfruttare la flessibilità tipica dei Pictor sulle varie tipologie di contatti delle pulsantiere delle montature dei telescopi; il connettore a 15 poli si innesta sulla scatola relè, l’altro connettore non è ovviamente fornito proprio per favorire ogni tipo di collegamento con i vari tipi di pulsantiere da parte dell’autocostruttore. Personalmente ho trovato conveniente preparare la connessione sulla pulsantiera con una coppia di due spinotti a nove pin del tipo porta seriale 232 montati con conchiglie di plastica. Tutti i contatti tra fra i poli della pulsantiera ed i pin dello spinotto sono stati ovviamente realizzati saldando degli spezzoni di filo elettrico sottile direttamente dalla basetta ramata della pulsantiera. Dalla foto in basso si può comprendere meglio il tipo di lavoro svolto.

I quattro pin inferiori dello spinotto sono stati ponticellati fra loro e uniti al polo comune della pulsantiera; gli altri quattro poli relativi ad ognuno dei rispettivi pulsanti della pulsantiera li ho collegati a quattro dei cinque pin della fila superiore dello spinotto. A questo punto restava che connettere l’altro spinotto da nove poli al cavo della scatola relè per perfezionare il collegamento.
Ho trovato conveniente procedere nel seguente modo:


● Unire i due spinotti maschio-femmina per non correre il rischio di confondersi.


● Collegare il polo comune della pulsantiera ai quattro contatti comuni degli altrettanti deviatori dei relè, poli n.ri 5, 8, 11, 14 dello spinotto a 15 pin.


● Collegare i quattro contatti dei pulsanti della pulsantiera con i contatti relativi alla posizione N.A. dei relè, poli n.ri 4, 7, 10, 13. I quattro restanti contatti dei relè non sono ovviamente utilizzati.


● A questo punto il collegamento del Pictor alla EM 10 è completato.


Suggerimenti pratici

I cavetti elettrici che si devono saldare sulla basetta devono necessariamente uscire dalla pulsantiera prima di essere uniti allo spinotto. Inizialmente avevo fatto passare questi fili elettrici, (una piattina a cinque fili), dallo stesso foro della pulsantiera dove passa il cavo che si collega al pannello di controllo sulla montatura; dopo qualche sessione d’uso dovetti costatare che l’idea di non danneggiare con altri fori la scatola della pulsantiera non era stata delle migliori visto che più di un filo si tranciò all’interno della sua sottile guaina nel punto di maggiore sollecitazione. Ho deciso allora di forare nella parte inferiore la scatola metallica della pulsantiera da dove potessero fuoriuscire tutti i fili necessari attraverso una guaina che impedisse qualsiasi sollecitazione ai fili stessi. Feci passare anche un sesto filo elettrico per alimentare il polo positivo di quattro micro led luminosi che ho trovato utile inserire nella conchiglia del connettore. I poli negativi di questi ultimi sono collegati in serie con i contatti, ovviamente anch’essi negativi, della basetta della pulsantiera previa interposizione di una resistenza da circa 200.000 ohm sul filo di alimentazione positivo; quando il relè chiude il collegamento o quando l’operatore schiaccia un pulsante, i diodi si accendono confermando il comando e l’avvenuto contatto. Oltre che per avere sott’occhio il comportamento della montatura in guida durante la posa i led sono preziosi durante la fase di taratura del Pictor su una stellina di riferimento. Infatti una grossa limitazione di questo sistema di autoguida è la mancanza di poter sopperire al recupero del backlash in declinazione quando è necessario cambiare direzione in tale asse. La montatura Takahashi non prevede nella sua elettronica la correzione di questo difetto congenito dei sistemi con vite senza fine su corona dentata perciò quando il software interno del Pictor provvede a saggiare i quattro movimenti dei due motori in pratica non percepisce per niente o in modo molto ridotto l’ultimo spostamento del quarto pulsante corrispondente ad un senso del moto in declinazione proprio perché durante il tempo di chiusura del contatto dovranno necessariamente trascorrere alcuni secondi (fino a 5 o 6) affinché si recuperino i giochi in declinazione degli ingranaggi meccanici della trasmissione del moto. Se si avrà l’accortezza di far iniziare la taratura sulla stella dai movimenti in ascensione retta e di assicurarsi che il primo dei movimenti in declinazione ingrani sulla vite in declinazione per averlo preventivamente azionato manualmente con il relativo pulsante, quando l’ultimo led si accenderà basterà inserire per una frazione di secondo il moto a 16X affinché si possa essere sufficientemente sicuri che il Pictor possa percepire in modo abbastanza veritiero il reale spostamento della stellina sul sensore e quindi memorizzare di quanto dovrà tenere premuto i pulsanti per le effettive correzioni. Ovviamente ci si dovrà cautelare, prima di far partire la foto, che l’eventuale correzione in declinazione avvenga nel senso dell’ultima direzione tarata in precedenza oppure aiutare manualmente, premendo il giusto pulsante, a far recuperare tutto il gioco in declinazione alla montatura. Molto raramente, come giustamente sa ogni astrofotografo, si dovranno correggere su entrambe le direzioni in declinazione a meno che non ci siano piccoli cedimenti strutturali dello strumento o si stia fotografando in prossimità dell’orizzonte dove è possibile che si verifichi una forte rifrazione atmosferica. Il risultato finale che ho ottenuto è sicuramente soddisfacente tale da non farmi rimpiangere il tempo perso per effettuare il collegamento e capire al meglio il funzionamento dell’autoguida Pictor 201 xt, nonostante lo scoramento che un tecnico (o addetto alla vendita) della ditta venditrice mi aveva involontariamente trasmesso quando mi disse che era a conoscenza di un astrofilo il quale aveva danneggiato l’elettronica di una montatura Takahashi nel tentativo di connettervi questo modello di autoguida. La soddisfazione è stata anche per questo maggiore.


Marco Di Biase